La Famosa Cassetta

Ricordo ancora la prima volta che ascoltai "The Snow Goose". Era una cassetta del mio amico Cosimo, che aveva da tanto tempo, ma che rispolverò dopo chissà quanti anni parlando con me e Valerio (il promotore del fan site) di un'altra cassetta che portava il titolo "The Soft Side Of Progressive Rock". 
Il contenuto del nastro era una compilation progressive anni '70, assemblata da un tale Andrea, in cui ci colpì particolarmente il suono caldo e malinconico di un gruppo non molto famoso chiamato Camel. I brani in questione erano tre : "Ice", "Chord change" e "Spirit of the water".
Rimanemmo subito sconvolti dal gusto semplice, pulito e profondo degli Inglesi, anche se onestamente pensai di dover ascoltare almeno tre o quattro album interi prima di potermi autoproclamare fan del gruppo (eh si!! si pensava già ad un forte interessamento solo dopo l'ascolto della bellissima "Spirit of the water"). Il destino, mai più ruffiano di allora, come avevo premesso mi condusse all'ascolto dell'intero "The snow goose"e (giuro!) bastò il solo grandioso intro dell'opera per convincermi ad approfondire con entusiasmo la storia del Cammello. Parlo al singolare ma in effetti fummo tutti e tre (io Valerio e Cosimo) travolti da quella musica così onirica che ci accompagnò praticamente per un intero anno tra un esame ed una serata al cinema.
 
In pochi mesi ci informammo su tutto dei Camel; fu davvero una bella avventura, magica forse, come la loro musica, dato che tre persone si erano così tanto avvicinate ad una band ascoltandone una musicassetta con tre brani: Chord change per Cosimo (la suonava praticamente ogni giorno alla chitarra!), Ice per Valerio (ma quante volte l'avrà ascoltata in cuffia!...perché diceva che solo così si poteva cogliere al 100% la sua magia), Spirit of the water per me (nessuna canzone di due minuti scarsi mi ha mai dato tanta emozione).
La cosa che più mi lega ai Camel è il fatto che abbiano prodotto grandi album anche a distanza di 25 anni, da "The Snow Goose" a "Rajaz" per esempio. Il suono negli anni si è incontrollabilmente evoluto o involuto, incappando qualche volta nelle tentazioni pop anni '80, per poi riemergere maestosamente ed inaspettatamente nei primi anni '90 con il già ottimo "Dust and dreams". Il sound dei Camel è rilassato, privo di virtuosismi estremi, da ascoltare senza far troppo rumore. E' una musica estremamente elegante che ti accarezza dolcemente.
 
Un altro aneddoto curioso che rammento piacevolmente è la volta in cui Valerio scoprì che un brano di cui non conoscevamo il titolo, e che terminava con un improvviso rumore tuonante, faceva parte dello stupendo album "Moonmadness". Testualmente Valerio mi riferì: "Non ci posso credere, questa canzone è dei Camel!" Era Lunar sea.
 
Concludendo queste mie riflessioni sulla nostra passione per i Camel, vorrei ringraziare Valerio per avermi dato la possibilità di dire la mia sulla band e, soprattutto, per aver creato questo magnifico Camel fan site, Cosimo per il meraviglioso shuffle incorporato in "Moonmadness", ed Enza per averci tenuto nascosto che la sua canzona preferita della mitica cassetta è "Julia" dei Pavlov's dog, e non una dei nostri Camel. Lo abbiamo sempre saputo!
 
Michele De Felice

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