Proto Kaw - Before Became After

Nome strano ed affascinante: Proto Kaw. Nulla di sorprendente invece quando si viene a conoscenza della mente che dirige il progetto, il grande chitarrista, Kerry Livgren, di una delle band più amate americane, ovvero i Kansas. Prima di addentrarci nell'anima dell' album bisogna precisare che Kaw è una parola indiana che significa Kansas per l'appunto.

 

 

Il disco porta alla luce materiale inedito che è stato  terreno fertile su cui i Kansas hanno saputo seminare quello che poi è passato alla storia. Posso pensare a molti momenti in questo meraviglioso album che mi riportano a molte delle idee riscontrabili nei Kansas, soprattutto del periodo "Leftoverture".

Ma, al di là dell'aspetto prettamente tecnico, il progetto sembra nascere soprattutto dalla voglia, o anche necessità, di  recuperare un gruppo di amici storici e riportare alla luce emozioni sepolte dalla ruggine del tempo. L'affiatamento della band appare decisivo al fine della riuscita di questo disco, che troverà forti consensi soprattutto nei nostalgici accaniti, non prescindendo comunque dalla necessità di una musica al passo con i tempi.

Ad essere sinceri le idee riscontrabili  in questo album superano di molto le aspettative per una band identificabile come pre-Kansas; parliamo di fine anni sessanta. Anche se  non posso credere che la struttura tecnica di un brano come "Greenburg, glickstein, charles, david, smith and jones" possa essere stato scritto sul finire degli anni sessanta!

 

Il materiale che vi troviamo è qualcosa di incredibile. Innanzitutto la produzione perfetta del disco fa pensare ad un lavoro certosino  studiato a tavolino, e le capacità esecutive dei musicisti, vi si mostrano sbalorditive e semplici al tempo stesso. A differenza dei Kansas, accusati a volte di esasperazioni oltre il necessario che gli hanno procurato l'etichetta  di rock pomposo, termine che a me non piace, nei Proto Kaw la misura degli arrangiamenti è l'elemento fondamentale. Le note non suonate in un lavoro così saturo diventano importanti tanto quanto quelle  suonate.

Assolutamente sopra le righe  è la performance del bassista Craig Kew, a mio avviso decisivo

nella struttura di tutte le canzoni. Il bel brano d'apertura "Alt more worlds and than Know" si sviscera bene tra tastiere, chitarra e flauto, ed è subito chiara la cura compositiva di Livgren che lascia poco al caso.

 Si riesce a spaziare con grande sapienza da classico prog rock come le Hits "Gloriana" e "Heavenly man", a momenti di pura evasione come l'originalissima "Leaven" in cui emerge in tutta la sua maestosità la voce di Lynn Meredith, sospesa tra narrazione e acuti vocalizzi. E' forse il momento culminante dell'intero album.

 

Non vengono certo risparmiati richiami fusion con ottimo sax e suoni riverberati di "Quantum leapfrog", passaggi canterburiani come in "Occasion of your honest dreaming" e i dodici minuti della definita suite progressiva "Theophany".

Super raccomandato a tutti gli amanti del prog-rock. Non si offenda nessuno se azzardo a dire che è il miglior disco dei Kansas!

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